Anti(real)gone (2017)

TITOLO: ANTI(REAL)GONE
AUTORE: Laura Tanzi – Mauro Vaccari
DURATA: 1 atto da 60 minuti

Scheda Tecnica

Siamo a Realgone, una città-stato governata dal tiranno Creonte. Ai confini premono i Perimetrali, ribelli invasori, contro cui la città è costantemente in lotta. Creonte, capo forte e autoritario con i suoi sottoposti e il popolo, è in realtà un debole fantoccio manovrato dalla mafia locale, che nel privato non esita a dar sfogo a tutti i suoi istinti più bassi. A rompere questa ipocrisia arriva Antigone, che si lancia in una missione kamikaze: trovare il cadavere del fratello traditore Polinice, passato dalla parte dei Perimetrali, e seppellirlo, contravvenendo al volere del tiranno, che lo vorrebbe lasciare agli animali e alle intemperie, come monito per i suoi avversari.

L’ispirazione per Anti(Real)Gone nasce dall’originale classico sofocleo, dalle versioni di Anouilh e di Brecht degli anni ‘40 e dal film I Cannibali di Liliana Cavani del 1970, girato proprio a Milano.

Scarnificando al massimo le linee di azione e i personaggi principali, la drammaturgia Laura Tanzi e Mauro Vaccari trasporta la vicenda in un presente distopico, affiancando al nucleo famigliare costituito da Creonte, Antigone e sua sorella Ismene alcuni personaggi nuovi: un picciotto, esponente di una famiglia malavitosa a cui Creonte è legato a doppio filo, una balia, che ha cresciuto i figli di Edipo e Giocasta come una seconda madre, e una coppia di guardie goffe e disincantate allo stesso tempo. Ogni personaggio è funzionale alla trama e al tema che è da tempo campo di indagine della compagnia: la maschera del potere, che nasconde dietro grandiose facciate di carisma e leadership vite torbide e contraddizioni laceranti. A ciò si aggiungono ulteriori elementi, come la bassezza degli istinti, la paura dello straniero e le criticità dei legami familiari.

Grande attenzione è posta al ritmo e alla struttura del testo, nonché al lavoro dell’attore, basato su una intensa ricerca fisica e vocale, utilizzando anche alcuni elementi della tecnica Laban, per approdare a personaggi molto caratterizzati e creare, come nella cifra di Lyra, una recitazione grottesca ed enfatizzata.

Dal lato estetico, le suggestioni per scene e costumi hanno rimandi al kitsch, al pop, al fumetto e al mondo gypsy moderno, lavorando sul contrasto tra l’esplosione di colori sulla scena e il buio interiore dei personaggi.